Pane, “edible art”

Da anni faccio il pane, a casa, con il semplice forno elettrico della cucina. Mi piace molto preparare pani sempre diversi, ma con qualche punto fermo di successo.

Ho impiegato anni a ottenere questi risultati, la svolta è avvenuta quando ho cominciato a usare il lievito naturale che mi sono fatto e che accudisco un paio di volte alla settimana. La storia del mio lievito naturale è qui.

I primi pani che ho prodotto avevano una crosta spessa e durissima e l’interno poco cotto e gommoso anche se lo lasciavo in forno più del necessario. Poi, un po alla volta, ho scoperto qualche trucco, anzi qualche esperienza di altri. Ma si impara a fare il pane solo facendolo. Sono troppe le variabili che impediscono di riprodurre le ricette trovate in giro: il tipo di farina, l’umidità dell’aria, la temperatura esterna e interna della casa, la forza del lievito, il forno.

Dopo un po’ si sviluppa una certa sensibilità che consente di “creare” pani di buona qualità.

Penso che fare il pane (in modo non industriale, ovviamente) e cucinare in generale sia un atto artistico, una performance in cui si usa la creatività per trasformare la materia. Forse esagero, ma lo credo veramente. In più, questo tipo di arte è deperibile, felicemente deperibile, perchè di solito viene “consumata” dalle persone che ci stanno intorno, dalle persone che amo.

15 risposte a “Pane, “edible art”

  1. Che bel pane…complimenti!!!

  2. Anch’io faccio il pane con il lievito naturale. Condivido tutto ciò che hai scritto: s’impara facendo e aumentando la propria sensibilità…

  3. Pingback: Come mi sono fatto il lievito naturale « Cronopiaggini

  4. il mio primo lievito sta nascendo in queste ore……..che emozione e che voglia di creare…….per me cucinare,impastare e’ come creare e…..amare.grazie dei consigli.a prestoe buon lievito a tutti.gianky

  5. Il mio lievito piccolino è nato domenica pomeriggio,non pensavo di riuscirci subito e invece adesso è cresciuto tantissimo,soprattutto oggi che gli ho fatto il primo rinfresco. Ho seguito la ricetta “Simili”,ma un po’ a modo mio:è più forte di me,non riesco a non metterci qualcosa di mio nelle cose che faccio,oppure essere perfettamente ligia al dovere. Però adesso non vorrei esagerare e per cui,siccome tra tutti quelli che ho visto sul gruppo del lievito di facebook,ti mi sembri la persona che mi ispira di più…ti prego aiutami a non farlo morire.
    Per esempio…quando posso sapere se è pronto per essere trasformato in pizza o pane? E’ meglio tenerlo in frigo o a temperatura ambiente? L’ho messo in un frigoverre,va bene?Quanti rinfreschi bisogna fare alla settimana? Io invece del miele ho usato lo sciroppo di grano che nel negozio/erboristeria dove spesso lascio buona parte del mio stipendio,indicano come buon attivatore del lievito in generale.
    Scusa per tutte le domande e complimenti per tutte le tue ricette!
    Grazie
    Chiara

    • Chiara, grazie per l’apprezzamento e… la fiducia.
      Andiamo con ordine:
      Per sapere se il tuo lievito è pronto per fare il pane io ho usato la regola classica per il lievito naturale semiliquido (io lo tengo in uno stato “cremoso”): se dopo il rinfresco raddoppia o meglio triplica di volume in tre o quattro ore, vuol dire che è prontissimo. Tieni conto che più passa il tempo, più il lievito sviluppa aromi, quindi può migliorare il risultato finale.
      Io lo tengo in frigorifero in un barattolo di vetro (cambio il barattolo e lo lavo ogni due settimane circa). Lo rinfresco di solito il martedì o mercoledì: lo tiro fuori dal frigo alle 20 e alle 23 lo rinfresco. Il mattino successivo lo rimetto in frigo.
      Il venerdì sera preparo per la panificazione della domenica: il lievito che dovrei buttare lo metto in una ciotola e lo rinfresco separatamente da quello normale.
      Non lo metto in frigo ma il sabato faccio un altro rinfresco (aggiungendo acqua e farina senza buttarne una parte). Anche io vado a buonsenso e non peso nulla :-).
      Il sabato sera impasto (4/5 cucchiai di lievito per ogni chilo di farina), metto a lievitare tutta la notte. Al mattino della domenica faccio le pieghe (sai cosa sono?) e poi a mezzogiorno circa faccio le forme e dopo un’oretta lo inforno.
      Nei rinfreschi non uso miele o altre cose, solo acqua e farina. Metto invece un cucchiaino di malto nell’impasto del pane.
      Tienimi informato sulle evoluzioni del tuo lievito (magari anche su Facebook) e chiedi pure se hai dubbi.
      Ciao

      • Ciao..sono Anna..
        Anch’io ho creato ieri la mia pasta madre…. Vedremo cosa succederà … Intanto ti chiedo alcune cose se non ti dispiace:
        – quanta pm serve per fare il pane?? ( quanti gr per farina)
        – come faccio se sono via per più di 1 settimana??? Posso congelare la pm???
        – si possono fare anche dolci con la pm? Se si, di che tipo??? HAi qualche ricetta????
        Grazie ciao

      • appena posso ti rispondo…
        Ma sei anche su FaceBook?

    • Chiara, chi sei su FB?

  6. Scoperta la pasta madre, la mia si chiama Guendalina, ti si apre un mondo!!! Fatto di odori e sapori di una volta… Mio figlio mi dice che accudisco con più amore e passione lei che lui, ma lui e grande, lei ha solo pochi mesi!!! 🙂

  7. Il mio primo lievito non è andato a buon fine 😦
    Ingredienti:
    100 gr di farina
    50 gr di acqua
    1 cucchiaino di miele
    Dopo aver impastato per bene,ottenendo una palletta di buona consistenza che,dopo 48 ore è crescita per bene,ho impastato 200 gr di impasto semifermantato con 200 gr di farina e 100 gr di acqua (forse è quì che ho fatto l’errore,dovevo prendere 100 gr di impasto semifermentato,100gr di farina e 50 gr di acqua,come dal principio?)
    Risultato,dopo aver fatto rinfreschi ogni 48 ore,l’impasto non cresce più.

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